fbpx
Skip to content Skip to footer

Kira Goodey: da Craft The Leather al progetto con Iris van Herpen

Kira Goodey, vincitrice di Craft The Leather nel 2016, è appena stata selezionata per collaborare con Iris van Herpen, nota stilista di fama internazionale.

Puoi raccontarci qualcosa della tua carriera? Come si è evoluta nel tempo e come lavori oggi? Collaborare con Iris van Herpen è una grande opportunità…

Ho iniziato la mia carriera anni fa nel mondo dell’abbigliamento femminile, ma ho sempre avuto una passione per la creazione manuale, quindi alla fine mi sono lasciata attrarre dalla produzione di scarpe su misura. Circa 9 anni fa ho iniziato l’apprendistato presso un calzolaio a Londra ed è qui che mi sono davvero appassionata  alla produzione di scarpe e al lavoro con la pelle. Da allora sono tornata all’università per studiare design di calzature e ho lavorato per alcuni marchi di calzature di lusso, ma la mia passione è sempre stata per la lavorazione a mano e ho continuato a lavorare nel mio studio realizzando scarpe per celebrità, passerelle di moda e clienti privati. Adesso lo sto trasformando in un vero e proprio marchio.

Quello con Iris Van Herpen è stato un progetto entusiasmante per me poiché abbiamo molto in comune nel nostro approccio al design, che si lascia guidare dai materiali e dal loro processo produttivo. Mi piace iniziare con un materiale come la pelle conciata al vegetale ed esplorare davvero le sue proprietà uniche e lasciare che siano queste a dettare il design.

Quali sono le tue sfide e i tuoi sogni per il futuro?

Una delle sfide più grandi per me e per molti altri artigiani che lavorano nella moda è riuscire a creare un’attività redditizia e sostenibile in un mondo in rapida evoluzione e senza cadere nel ciclo della produzione di massa e delle stagioni infinite. Voglio realizzare un prodotto che sia senza tempo, senza stagioni, in quantità ridotte – ma questo nel settore delle calzature, dove ci sono così tante componenti e processi diversi, può risultare difficile e costoso.

Hai scoperto la pelle conciata al vegetale in Toscana durante il nostro Craft The Leather nel 2016, giusto? Quali sono i tuoi ricordi di questa esperienza? Come è cambiato il tuo modo di lavorare?

Craft the Leather è stata un’esperienza molto formativa per me. Le tecniche di lavorazione della pelle imparate durante quel periodo mi hanno aperto un mondo di possibilità che sto esplorando ancora oggi. Inoltre mi ha fatto comprendere il significato culturale che questo materiale ha nella sua zona di produzione in Toscana, ovvero come le diverse componenti di questa industria lavorino insieme per costruire una comunità che si prende cura delle sue persone e dell’ambiente. Dalle pelli grezze che arrivano alle concerie da allevamenti  etici, alle pelletterie, ai centri di controllo qualità e persino agli impianti di depurazione delle acque, nulla viene sprecato e tutti lavorano insieme in sinergia con uno scopo ben preciso. Questo mi ha fatto capire quanto significato può avere un materiale oltre la sua forma fisica e penso che sia qualcosa che dovrebbe essere rispettato in qualsiasi pratica di progettazione.

Se dovessi descrivere la pelle conciata al vegetale in poche parole, quali sceglieresti?

Senza tempo. Versatile. Lussuosa. Comunità. Artigianale. Bellezza naturale.

Trovi che questa pelle si abbini bene alla costruzione e alla filosofia della tua scarpa?

Assolutamente sì. Mi piace lavorare con materiali che abbiano versatilità e proprietà scultoree. Il fatto che la pelle conciata al vegetale possa essere modellata in forme decorative altamente dettagliate le conferisce un sacco di potenziale artistico, ma soprattutto è robusta e mantiene la sua forma pur avendo una certa elasticità ed essendo traspirante: le proprietà assolutamente ideali per le calzature.

Inoltre il fatto che sia prodotta in modo etico e sostenibile è molto importante per me: le pelli stesse sono un sottoprodotto dell’industria della carne, i tannini naturali derivano da risorse rinnovabili e i fanghi risultanti dalla purificazione dell’acqua, al termine del processo di concia, vengono utilizzati come fertilizzanti. L’industria conciaria lavora costantemente per migliorare questo processo, rendendolo sempre più pulito, utilizzando meno acqua e assicurandosi che i lavoratori lavorino in condizioni ottimali. Tutte queste cose sono molto importanti. Non ha senso realizzare un bel prodotto se ciò di cui è composto provoca danni: resterà comunque sgradevole.

Ci sono altri prodotti che stai sviluppando utilizzando la pelle conciata al vegetale?

Penso sempre a nuovi modi per lavorare con la pelle conciata al vegetale e migliorare ulteriormente le tecniche. Ho alcuni progetti in fase di sviluppo che non vedo l’ora di condividere con voi nel prossimo futuro.