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Saperi artigiani: la perdita di una ricchezza

I saperi artigiani ed il Made in Italy sono stati per anni il traino della nostra economia: un patrimonio di conoscenze che tutto il mondo ci ha invidiato e continua tuttora ad invidiarci. Un insieme di conoscenze e di saperi che in molti hanno provato a copiare ma ogni volta con pessimi risultati. L’appeal del Made in Italy, al netto di tutto, è comunque rimasto invariato, scarseggiano però gli artigiani, soprattutto in previsione del futuro. Ed è lì la vera sfida da porsi per i prossimi anni.

I saperi artigiani si disperdono: un danno per l’economia italiana

Ancora oggi sono molte le persone che decidono di portare avanti un’attività imprenditoriale artigiana ed i risultati nella maggior parte dei casi continuano a far sperare, nonostante la congiuntura economica attuale. Il lavoro, soprattutto per i giovani, scarseggia ma è proprio nell’artigianato e nel “sapere manuale” che potrebbero esserci ancora ampi spazi di manovra. La digitalizzazione, l’interconnessione e le prospettive hanno spinto sempre più ragazzi a non credere in un mestiere difficile e paziente come l’artigiano, sia esso di qualunque genere.

Dopo alcuni anni però sembra essere tornata l’attenzione sui saperi artigiani e sulle botteghe. Ovviamente non più quelle di una volta ma botteghe costruite in simbiosi con la tecnologia: tutto questo grazie anche ad alcuni privati che, molto prima dell’interesse delle istituzioni pubbliche, hanno intravisto in questo rilancio una forma di recupero di saperi che altrimenti sarebbero andati persi e di ridefinizione del futuro di un’intera generazione di giovani. Brunello Cucinelli, con la sua Scuola dei Mestieri dove si insegnano ancora materie come “sartoria“, “arti murarie” e “rimaglio e rammendone è solo un primo esempio.

Per la nostra economia sarebbe un danno incalcolabile perdere in maniera definitiva un tratto distintivo del nostro essere italiani e del nostro saper fare, come amiamo chiamarlo noi. E per far sì che questo patrimonio si conservi negli anni è doveroso provare a fare qualcosa di nuovo, a partire dalle istituzioni e da una riorganizzazione del sistema scolastico che permetta ai giovani studenti di apprendere, con le giuste tempistiche, il lavoro artigiano qualunque sia l’ambito di realizzazione. Ma non solo: servirebbe mettere a disposizione delle botteghe artigiane che assumono giovani, sia dei giovani che intendono mettersi in proprio in questo settore, dei finanziamenti o delle agevolazioni fiscali. Perché il miglior modo per affrontare il futuro è portarsi dietro la propria storia, la tradizione ed il bagaglio delle esperienze. Migliorandolo e ammodernandolo, senza mai disperderlo.

 

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