Un’arte, con i suoi segreti, i suoi riti manuali ed i suoi strumenti, da custodire ma anche da sviluppare grazie alle nuove tecnologie. Questo l’obiettivo di Sandro Tiberi, artigiano ed esperto nell’arte della fabbricazione della carta a mano. Un Mastro Cartaio, verrebbe da definirlo, che fin dal 1985 ha lavorato e si è formato nelle cartiere. E la sua arte vive nel luogo che più le si addice, Fabriano, ovvero la cittadina marchigiana in cui si produce carta dal 1264. Perché è proprio qui che quest’arte è stata rivoluzionata, dopo essere stata inventata in Cina due secoli prima, e ha raggiunto l’eccellenza grazie ad alcune importanti invenzioni, come la pila idraulica a magli multipli che permetteva di ottenere un maggior quantitativo di produzione e la filigrana che serviva per contrassegnare i diversi fogli.
Sandro Tiberi e l’Accademia delle Arti Cartarie
Un’arte la si custodisce anche praticandola e creando, non c’è dubbio. Ma non basta, infatti per far sì che queste conoscenze possano raggiungere anche altre persone è necessario insegnarla e formare nuove figure professionali aperte al futuro e alle innovazioni ma con un occhio di riguardo al passato e alla sua tradizione. E Sandro Tiberi nella sua “Accademia delle Arti Cartarie” si propone quotidianamente di organizzare corsi e workshop con la finalità di tramandare questo meraviglioso patrimonio di competenze e know-how, tanto per usare un termine moderno. Ma non solo questo perché Tiberi, durante i suoi interventi, prova a modificare la prospettiva e il punto di vista di chi osserva: perché la carta non deve più essere considerata come un semplice supporto, ma come un elemento attivo nella realizzazione dell’opera finale.
Un “salvatore” del mestiere, dunque. Un professionista che crede ancora nel lavoro manuale, nella pazienza, nella scelta degli strumenti giusti, ma che soprattutto crede ancora nella qualità come elemento che necessita di tempo e di cura, che predilige la personalizzazione rispetto agli standard imposti dall’alto. Insomma, una figura controcorrente, diremmo oggi. Di quelle che nobilitano i mestieri tradizionali senza negarsi all’innovazione e che sono e resteranno sempre un patrimonio dal valore inestimabile per il nostro Paese.
Photo credits: Stefano Pedrelli