Scrivere un articolo sulle aziende che producono e riuscire in poche righe a comunicare la dedizione, la creatività e il coraggio che ne hanno segnato il percorso non è semplice. Avremmo potuto utilizzare questo spazio in altro modo ma abbiamo deciso di condividere alcune riflessioni che nascono da anni di passione per il “saper fare” e per il Made in Italy. Forse ironicamente possiamo definirci dei “sopravvissuti”: ed è probabilmente l’esatta definizione per aziende artigianali che credono nel “fatto in Italia” e nell’importanza di questo valore dopo le “crisi” degli ultimi decenni.
Entrando nel terzo millennio, si voglia o no, siamo diventati “cittadini planetari” in una continua e inarrestabile trasformazione del tutto. Una svolta che implica necessariamente una più matura consapevolezza di ciò che siamo e di un cambio di paradigma. L’attuale visione delle realtà produttive dovrebbe avere un nuovo e più ampio raggio per diventare divulgatrici di valori etici e mezzo di spunti di riflessione.
Le aziende, che sono quotidianamente nel “campo di battaglia”, hanno saputo difronte a molte difficoltà sviluppare consapevolezza del proprio valore, della propria conoscenza, competenza e creatività al di là delle chiamiamole “circostanze esterne”.
Made in Italy sì, ma a quale prezzo?
Questo articolo desidera toccare un argomento che abbiamo particolarmente a cuore, ossia il Made in Italy. Nel mese di settembre di quest’anno il New York Times ha pubblicato un’inchiesta che ha scatenato non poche reazioni nel mondo della moda e della produzione italiana. Il Times ha evidenziato come il “glorioso made in Italy” sia sempre più a basso costo a causa dell’economia sommersa presente in molte zone del nostro paese, sottolineando anche come la “miriade di piccole e medie aziende manifatturiere con vocazione all’esportazione, spina dorsale del paese, fondamenta secolari della leggenda del Made in Italy, hanno vacillato negli ultimi anni sotto il peso della burocrazia, dell’aumento dei costi ,dell’incremento della disoccupazione e del boom della manodopera straniera a basso costo, mettendo così molte aziende a dura prova nella necessità di ridurre i prezzi cercando di mantenere la qualità del prodotto”.
Dunque il Times si è posto questa domanda: Made in Italy, ma a quale prezzo?
Questa è la domanda che ci poniamo da molto tempo. Noi riteniamo che il Made in Italy sia il nostro sapere, la nostra provenienza, la nostra fatica, il nostro orgoglio, la nostra storia e il nostro futuro. E partendo da queste parole e dall’inchiesta del Times ci sentiamo di affermare che questa eccellenza riconosciuta nel mondo, questa preziosa eredità secolare si dovrebbe proteggere e custodire con più amore e attenzione.
Abbiamo immaginato di avere tra le nostre mani un diamante, un raro diamante, una pietra di inestimabile valore, chiedendoci quale dovesse essere il nostro scopo. La risposta per noi è quella di custodirlo per poterlo donare alle generazioni future, e che il compito di proteggerlo, di lucidarlo e di renderlo sempre più luminoso e prezioso non sia solo della singola persona bensì di un’intera comunità.
Per salvarsi il Made in Italy deve coniugarsi a Made in Etica e Made in Magia
Se salissimo per un momento in una macchina del tempo e potessimo volare verso il futuro cosa vedremmo? Forse, come ha scritto il Times, ci sarà chi avrà svenduto e svilito questa preziosa eredità ma la storia, le tradizioni, la bellezza di un popolo non potranno mai essere distrutte se con passione verranno trasmesse di generazione in generazione coniugando il Made in Italy con il Made in Etica e il Made in Magia.
Per Made in Etica si intende “mettere l’uomo al centro“, ricordando l’importanza del singolo valore di ognuno che se stimolato, apprezzato e incentivato ha la possibilità di portare “il meglio di sé” non solo nell’ambiente in cui lavora, ma anche nella società.
Una filiera definita di fornitura e di produzione etica dovrebbe essere alla base dei valori fondamentali di un’azienda. Sappiamo bene essere una sfida difficile, ma non impossibile. Dante, un vero Made in Italy, ci ricorda che cupidigia, avidità e ingordigia sono fra i mali peggiori della società. Noi non desideriamo addentrarci nella problematica dell’illegalità e del lavoro nero, che ci auguriamo possano essere risolti dallo Stato e da un radicale cambio di mentalità, per l’appunto il cambio di paradigma, ma sottolineare invece che oggi non è più sufficiente che un prodotto sia “marchiato Made in Italy”, ma che sia Etico, dunque nato e realizzato non solo se possibile utilizzando materiali “sostenibili” ma anche e soprattutto nel rispetto di una serie di fattori che vanno dalla dignità alla legalità alla trasmissione del sapere.
Gandhi disse: “Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” e umilmente dopo tali parole anche un concetto come il Made in Etica può essere fondamentale per un cambio di passo e di visione in un periodo in continua e veloce trasformazione in cui si necessita di una profonda comprensione del ruolo del singolo individuo. Forse sta nella conoscenza e nella consapevolezza la possibilità di scelta.
La nostra azienda, come moltissime altre, nel suo quotidiano cerca di trasmettere a coloro che si avvicinano alla nostra realtà l’unicità e la bellezza delle creazioni artigianali italiane. Nel nostro mondo produttivo cerchiamo di coniugare classicità e modernità, un binomio che applicato al Made in Italy rende il prodotto non classico e non di moda, ma sempre attuale, sempre contemporaneo come le opere dei grandi artisti.
Ed è proprio dai grandi artisti del passato che desideriamo collegarci al concetto di Made in Magia, magia intesa come creatività manuale e di pensiero. Geni come Michelangelo, Tiziano o Botticelli, per citarne alcuni erano magici e le loro mani come delle bacchette incantate si muovevano collegandosi al pensiero e al cuore creando quei capolavori che sono giunti a noi attraversando i secoli. “Il lavoro delle mani” coniugato alla modernità degli strumenti e del pensiero fa sì che artigianalità e manualità possono avere un ruolo di prestigio nel mondo.
La cosiddetta “arte dei mestieri” è un tesoro prezioso, da non dimenticare e da tramandare soprattutto ai giovani che muovendosi nel mondo tecnologico e in quello della fantasia potrebbero non solo continuarne la tradizione ma apportarne anche dei miglioramenti.
Dunque ritornando all’inchiesta del Times, che accusa il mondo del Made in Italy di essere in buona parte costruito sullo sfruttamento delle persone e su una produzione di basso costo, denunciando una situazione che causa danni e problemi alla nostra economia, ci sentiamo di evidenziare la diversità che esiste tra le varie realtà presenti nel territorio italiano e della volontà che molte di noi hanno di proseguire in un percorso di crescita, pur nelle difficoltà, affinché inchieste come quelle del Times non si debbano più commentare.
Ci piacerebbe il mantra fosse Made in Italy, Made in Etica, Made in Magia e proveremo a cantarlo ogni giorno.
Federica Terrida