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“Stazioni della memoria”: la mostra di Cesare Borsacchi

Sabato 10 Novembre alle ore 17.30 verrà inaugurata la mostra “Stazioni della memoria” dell’artista Cesare Borsacchi. Un artista poliedrico, nella cui arte si percepisce una notevole espressività. La sua attività lavorativa inizia a San Rossore, nella Tenuta Presidenziale, ma poi è proseguita in tutto il mondo: soggiorni in Kenya, Venezuela, Panama, Cuba, Algeria, Ecuador, Brasile, Singapore, Australia, Argentina e molti altri luoghi che hanno stimolato la sua attività pittorica. Le sue opere sono presenti nelle collezioni private nelle fondazioni e nei musei nazionali ed internazionali: Galleria Alzaia a Roma, Biblioteca Nazionale di Algeri, Galleria Macchi a Pisa, Hotel Plaza a Montevideo (Uruguay), Università di Luanda (Angola) e Biblioteca Nazionale di Buenos Aires, solo per citarne alcuni.

L’esposizione “Stazioni della Memoria è il quinto ed ultimo evento artistico del calendario di appuntamenti in programma per l’anno 2018. Un secondo anno di attività che si è confermato in linea con gli ottimi risultati ottenuti nella scorsa annata e che ha cercato di far diventare lo spazio espositivo, attraverso questi eventi, uno dei centri culturali di riferimento di Ponte a Egola e dell’intero territorio.

La mostra, sarà visitabile fino al 1 Dicembre 2018 in Via I° Maggio 82/84 – Ponte a Egola, con i seguenti orari: dal Lunedì al Venerdì dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14.30 alle 17.30, mentre Sabato dalle 10 alle 12:30 e dalle 15 alle 18:30. Ingresso gratuito.

Cesare Borsacchi e la sua arte

Cesare Borsacchi, nato a Pisa nel 1935, è un viaggiatore dell’immaginario biografico ed etnografico, da viaggiatore reale nel mondo presso civiltà, popolazioni, culture, società diverse. La mostra a casaconcia rappresenta le Stazioni di un itinerario durato decenni, avviato dalla nativa foresta pisana di San Rossore, luogo della memoria nella quale idealmente rientrato ogni volta, con i depositi figurali e simbolici dei propri incontri ed esperienze di vita.

Ai dipinti invero intrinsecamente visionari condotti sul piano, Borsacchi da tempo alterna sia partiture rilevate per accentuazione materica e inclusioni oggettuali, sia strutture scultoree dipinte, per lo più totemiche e di sottile memoria indo-americana, nelle quali simbolicamente racconta i radicali della vita e della condizione umana ancora oggi violati del mondo.

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