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Il passato ed i suoi segni: la Pistoia Sotterranea

La Pistoia Sotterranea non è soltanto un semplice luogo da visitare, ma è la zona che racconta le origini e la storia del piccolo capoluogo toscano. E quindi imprescindibile se si vuol conoscere realmente la città. Il Museo di Pistoia Sotterranea, grazie a testimonianze e resti dell’epoca, riporta in vita il Vecchio Ospedale del Ceppo, l’ente ospedaliero a cui si affidò la popolazione pistoiese durante l’epidemia di peste nera nel 1348.

Il Museo di Pistoia Sotterranea: una visita da non perdere

Per gli abitanti ma anche per chi è di passaggio in città questa è una tappa obbligatoria. Una visita che spiega la storia di questo Ospedale attraverso un percorso che si sviluppa per 650 metri. La prima parte del percorso porta i visitatori a contatto con alcune testimonianze dell’epoca medievale, come un ponte romano, due mulini risalenti al XII secolo ed i lavatoi medievali. La visita poi prosegue con l’Anfiteatro Anatomico più piccolo del mondo, un gioiello che rappresenta la tradizione medica della città pistoiese. L’Anfiteatro veniva utilizzata dai dottori per sezionare i cadaveri e permettere così agli studenti presenti di assistere alle lezioni di anatomia. Il luogo è molto ristretto, infatti poteva ospitare soltanto 10 persone per volta, ma è estremamente suggestivo.

Sempre in ambito medico poi troviamo la Sala dell’Accademia Medica, intitolata a Filippo Pacini, anatomista e patologo pistoiese, dove è possibile ammirare un’ampia collezione di strumenti medici risalenti al XVIII e XIX secolo. Una testimonianza diretta di quella che era l’evoluzione della medicina dei secoli scorsi e di come Pistoia potesse considerarsi all’avanguardia in questo settore. Basti pensare che il moderno bisturi, chiamato al tempo “pistorienses gladii“, nacque proprio all’interno di queste mura.

Pistoia e l’Ospedale del Ceppo: il Fregio della Robbia

Considerato uno degli ospedali più innovativi dell’epoca, l’Ospedale del Ceppo ha anche una valenza artistica, in quanto il suo loggiato è decorato dal celeberrimo “Fregio della Robbia“, realizzato dall’artista Santi Buglioni e che rappresenta con realismo le Sette Opere di Misericordia effettuate all’interno della struttura. La prima formella rappresenta la vestizione degli ignudi, mentre la seconda è denominata Ospitare i pellegrini e la terza raffigura la Cura degli ammalati.

fregio della robbia

Proseguendo nella visuale del fregio la quarta formella, intitolata Visitare i carcerati, mostra una scena in cui viene portato del cibo a chi si trova dietro le sbarre, poi troviamo la scena del Seppellire i morti, in cui si mostra un funerale ed un seppellimento. La sesta parte è quella del Dar da mangiare agli affamati e rappresenta la distribuzione del pane tra i poveri. Infine l’ultima scena, quella del Dar da bere agli assetati. Questa formella risalta per diversità stilistica rispetto alle altre, in quanto fu realizzata da un altro artista, Filippo Paladini. E la differenza si nota al primo sguardo, anche se l’opera resta comunque meravigliosa.

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