fbpx
Skip to content Skip to footer

“Seta ad arte”: storia e tecniche dell’eccellenza toscana

La Toscana è terra di eccellenze, di creatività, di saperi e di mestieri antichi che si tramandano. La nostra pelle al vegetale ne è uno degli esempi più limpidi ma non è il solo, infatti sono molti i prodotti che hanno contribuito nei secoli a rendere la Regione Toscana un emblema della tradizione.

Nel libroSeta ad arte: storia e tecniche dell’eccellenza toscana” (2010), scritto da Daniela degl’Innocenti e Mattia Zupo ed edito da Edifir, si ricostruiscono le diverse fasi evolutive dell’industria serica fiorentina, attraverso fonti documentarie ed archivistiche di varia natura.

Il percorso storico parte dalle origini della manifattura della seta in Toscana, precisamente a Lucca, e racconta lo sviluppo dell’attività ed il notevole incremento qualitativo dei prodotti a cavallo tra il XIII e il XIV secolo.

Sì, perché la manifattura toscana ha sempre concepito la qualità come punto fermo e unico obiettivo valoriale, a discapito dei volumi di produzione e dell’effimera quantità. Non solo qualità ma anche struttura, organizzazione efficiente  e comprensione del contesto, sia di mercato che sociale: sono queste le caratteristiche che differenziavano e differenziano tuttora le imprese e le produzioni toscane.

Con il passare dei secoli però l’attività manifatturiera, insieme alle enormi conoscenze dei maestri lucchesi, si trasferì in pianta stabile a Firenze; un fatto che permise alla città, nel Quattrocento, di competere con gli altri eccellenti centri di produzione serica europei.

A Firenze fu sviluppato e reso performante il nuovo modello imprenditoriale, chiamato “setaiolo”, tramite un’organizzazione minuziosa delle imprese, le quali dovevano gestire più figure professionali, come ad esempio tessitori specializzati, damaschi e tintori. In sostanza si iniziano ad intravedere i germogli di quella che poi sarà la prima rivoluzione industriale.

Il viaggio storico prosegue nel XVI secolo, dove la famiglia dei Medici favorì la manifattura della seta andando a veicolare in modo ancora più deciso la qualità come punto focale dell’intero processo produttivo. Anche in questa parte il libro riesce ad essere estremamente dettagliato e a riportare, attraverso documentazioni testuali e fotografiche, il livello che questa tipologia di manifattura era riuscita a toccare nel corso di quegli anni.

Aggiornamento, adesione ai nuovi gusti e ai cambiamenti di stile: c’è anche questo nello scorrere incessante del libro, in particolare quando vengono analizzati il XVII e il XVIII secolo dell’industria serica fiorentina. Un viaggio che con semplicità racconta lo sviluppo dell’industria e ne fa emergere tutti i momenti più importanti: dalla concorrenza francese che sembrava mettere in ginocchio l’economia fiorentina, all’avvento dell’opificio, ovvero il nuovo modello produttivo che così tanto si diversificava dalla bottega e dai suoi riti.

Il livello di dettaglio dell’opera poi emerge in maniera ancora più sentita nella parte finale, dove i due autori, appassionati ed esperti della materia, spiegano ai lettori l’origine della seta ed il processo produttivo che porta questa preziosa fibra tessile a divenire uno dei tessuti più pregiati.

Il contatto con il territorio, in particolare con la città di Firenze, e la sua esaltazione si ritrovano anche nella descrizione di due realtà produttive che, nonostante lo sviluppo tecnologico e le nuove regole del mercato, proseguono nella realizzazione di tessuti “come una volta”: l’Antico Setificio Fiorentino e la Fondazione Lisio.

In definitiva l’opera si presta, per stile di scrittura e cadenza di racconto, sia ai neofiti della materia, infatti si ritrovano tutti gli elementi basilari del prodotto e delle lavorazioni, sia ai cultori e agli appassionati di questo determinato settore, grazie agli approfondimenti storici e agli aneddoti.

La seta, così come la pelle al vegetale, è un esempio concreto di come “la Toscana sia da sempre terra di artisti e di artigiani, di cultura e tradizione, laboratorio creativo dove il confine tra arte e artigiano è una linea impalpabile segnata dalla fantasia e della genialità del suo popolo

 

Mostra CommentiChiudi i commenti

Lascia un Commento