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On the Road: il manifesto della beat generation

On the road di Jack Kerouac per molti è più di un libro, è il simbolo di un’intera generazione, la beat generation americana degli anni ’40-’50. Un romanzo autobiografico che racconta in maniera dettagliata le inquietudini e le debolezze dei giovani nell’America post-bellica. La trama del libro è estremamente semplice e lineare: racconta le avventure di Sal Paradiso, un aspirante scrittore squattrinato in cerca di avventure nell’Ovest degli Stati Uniti, e del suo compagno di viaggio Dean Moriarty, un personaggio frenetico e caratterizzato da una infinita sete di vita, in un interminabile viaggio, prima in America e poi attraverso il Messico. I due personaggi, pur apparentemente simili, sono molto diversi tra loro e si completano. Sarà proprio Dean a motivare e a far trovare a Sal la forza di partire in questo lungo viaggio. Non solo avventure ma anche racconti minuziosi dei panorami, delle praterie, dei fiumi, delle montagne e dei campi di lavoro. Con una capacità fuori dal comune di far immedesimare il lettore all’interno della storia.

On the road e il racconto di una generazione incompresa

Una generazione di giovani, quella raccontata in On the road, che vive all’interno di vortice di insicurezza ma anche di incomprensione ed è proprio questo smarrimento emotivo e sociale a portarli a ricercare nuove esperienze, ad ardire incontri amorosi fugaci, a mettere in pratica le regole di un edonismo esasperato e a sostituire dunque le leggi della civiltà democratica con una morale più libertina e borderline. Uno stile di vita che mette in contrapposizione due generazioni: per la beat generation è un atteggiamento naturale, per la generazione precedente è semplicemente una fuga dalle responsabilità e dai doveri.

Ma, come detto in precedenza, la beat generation raccontata in On the road non è “in fuga da qualcosa” ma “alla ricerca di qualcosa”. La ricerca di un’identità smarrita nel tempo, ma soprattutto della fede. E l’unico modo reputato adatto a questo scopo è la realizzazione della propria personalità, anche attraverso mezzi poco ortodossi, come ad esempio l’alcol, la droga e la promiscuità sessuale. Anche alla musica viene riconosciuto un ruolo centrale: nel libro infatti si racconta molto spesso di serate a base di jazz, il genere musicale considerato alla base della propria libertà interiore grazie al suo ritmo così frenetico ed instancabile.

On the road ed il suo successo

Il successo di On the road non sta nella trama, considerata da alcuni critici per certi versi semplicistica, ma risiede nella capacità di immedesimazione in chi lo legge. A distanza di più di sessant’anni, infatti il libro è uscito nel 1951, risulta ancora oggi essere estremamente attuale. Forse perché ciclicamente queste crisi esistenziali ritornano o forse perché ognuno di noi nella propria vita trascorre un periodo inquieto ed in cui ricerca qualcosa di diverso, più semplicemente “altro”. Ed On the road infatti racconta la beat generation ma parla ad ogni generazione, presente e futura, e richiama ognuna di queste a esporsi, a raccontarsi, a esprimersi senza timore e a ricercare sé stessi prima del “desolato stillicidio del diventar vecchi.

 

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