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Al confine del sogno: Le Notti Bianche

I pensieri più intimi di un giovane sognatore, una giovane ragazza e San Pietroburgo, descritta in maniera sopraffina, a fare da contorno. È da qui che nasce il libro Le Notti Bianche di Fëdor Dostoevskij, un’opera scritta in giovane età ma già così pienamente consapevole di una vita caratterizzata dalla solitudine e dalla monotonia. Il libro infatti narra la storia di questo sognatore e dell’incontro fortuito con una giovane donna che “aveva un delizioso cappellino giallo e una vezzosa mantellina nera“, ma in realtà è un’autobiografia. È l’autore che si guarda dentro e racconta sé stesso, con tutte le sue frustrazioni e le sue visioni che lo estraniano dalla realtà. Un libro intenso e struggente, raccontato attraverso uno stile semplice e lineare, ma che dimostra come in alcuni momenti il sogno può essere un faro nel buio della vita di tutti i giorni.

Le Notti Bianche: quando il sogno si sostituisce alla realtà

La vita di un sognatore spesso gravita tra l’angoscia, la solitudine e la riconciliazione con se stessi. L’angoscia, in particolare, per l’incapacità di riuscire a raggiungere un livello decente di serenità e di gioia nella propria vita ma anche per un’esistenza ed un amore sognati a lungo ma che non sono mai stati raggiunti. La solitudine, per il sognatore de Le Notti Bianche, è invece una caratteristica espressa fin dalle prime pagine. Il suo mondo fantastico creato ad hoc per ricercare la tranquillità lo porta a non riuscire a condividere momenti con altre persone. Si isola costantemente.

La riconciliazione con se stessi è il momento speciale, sia nella vita del giovane che nel libro, e si lega indissolubilmente al concetto di sogno. Alla bellezza del sogno e alle emozioni in grado di concederci. Il sogno in questo caso è la scoperta, finalmente, dell’amore con la A maiuscola, quello vero. E questo amore si chiama Nasten’ka.

Un sentimento inizialmente trattenuto ed ingabbiato, per paura e sfiducia, ma che poi emerge in tutta la sua interezza e vivacità nel momento in cui anche la stessa giovane crede di essersi innamorata del Sognatore. Una felicità che durerà soltanto un attimo o poco più. Perché a volte il mondo fantastico che immaginiamo sbiadisce e appassisce. E con esso i sogni, che si sgretolano e riportano la normale quotidianità, con la sua freddezza, ad intrecciarsi con il nostro cammino. Ma vivere, anche solo per un momento, i sogni è un’emozione indescrivibile. Un viaggio che merita di essere vissuto, secondo dopo secondo.

 

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